Crescono i fenomeni di depressione soprattutto tra le ragazze adolescenti. (20.01.2019)
Assisteremo ad un crescente sviluppo di comportamenti nevrotici e psicopatologici se impediamo ai bambini di fare giochi (adeguatamente) rischiosi. Lo affermarono nel 2011 due studiosi norvegesi del comportamento ludico, Ellen Sandseter and Leif Kennair, nel loro articolo Gli effetti antifobici di esperienze eccitanti. Sembra che la loro fosca previsione si stia avverando. La frequenza di disturbi psichici tra bambini ed adolescenti è in aumento. I nati dopo il 1994 soffrono di livelli di disturbi di ansia e depressione molto più alti rispetto alla generazione precedente. Negli Stati Uniti e nel Regno Unito una adolescente su cinque ha vissuto tra i 12 e i 17 anni almeno un episodio di forte depressione. Non sono disponibili dati per l’Italia, ma è probabile che il trend sia analogo.
La fragilità dei bambini e degli adolescenti di fronte alle sfide sociali ed emotive è causata dall’eccessiva protezione a cui sono sottoposti. Se eccessivamente protetti e tenuti al riparo da situazioni sociali spiacevoli ed emozioni negative, i bambini sono deprivati delle sfide e delle opportunità di sviluppare le capacità necessarie per crescere emotivamente robusti. Più tardi avranno una maggiore probabilità di soffrire quando saranno esposti a situazioni spiacevoli ma frequenti, come le provocazioni e l’esclusione sociale.
I bambini educati con un grande timore di situazioni imprevedibili o violente sono sottoposti a stress ormonali per dei lunghi periodi, un fenomeno che può influenzare lo sviluppo celebrale ad aumentare la reattività agli stress, con conseguenze durature sulla salute mentale e fisica.
Brevi periodi di stress infantili non sono dannosi, anzi: sono essenziali per lo sviluppo dei bambini. Secondo uno studio del 2013 pubblicato su Behaviour Neuroscience, c’è una analogia con il sistema immunitario: l’inoculazione di stress è una forma di immunità contro le cause di stress successive, così come i vaccini inducono l’immunità contro le malattie.
L’atteggiamento iperprotettivo dei genitori è un fenomeno recente, che ha iniziato a svilupparsi con il benessere del dopoguerra ed è causato da diversi elementi: la crescente età media di genitori con bambini piccoli, l’urbanizzazione con la conseguente limitazione dello spazio necessario per i bambini per esplorare i rischi del mondo circostante. Ormai quasi nessun bambino va da solo a scuola come succedeva con le generazioni dei nostri nonni e bisnonni in una società rurale con pochi mezzi di trasporto privati. Nel tempo libero i bambini sono rinchiusi nelle case o continuamente accuditi da genitori, insegnanti, tate, parenti. Persino nella impeccabile e sicura Svizzera si è notato una crescita dei bambini che vengono accompagnati a scuola dai genitori.
Le mamme italiane hanno la fama di essere iperprotettive, anche con i figli cresciuti, figuriamoci con i più piccoli. Si rendono conto dei rischi che comporta un’educazione infantile troppo protettiva? A parte la giusta autonomia e protezione della sfera privata che tutte le famiglie devono poter avere, sarebbe auspicabile una maggiore informazione nelle scuole e nei tanti siti web dedicati alle famiglie sulla questione di un’equilibrata gestione di giochi e passatempi che comportano eccitazione, un controllato livello di rischio e anche contrasto con gli altri bambini.